Uno dei beni più preziosi sul nostro pianeta è l’acqua e solamente per l’Italia vengono prelevati volumi d’acqua, destinati all’uso potabile, per quasi 10 miliardi di metri cubi annui.
Secondo i dati del Ministero della salute, in riferimento all’anno 2017, circa l’80% è di origine sotterranea, il 18% è di origine superficiale quindi di laghi, fiumi e invasi, mentre la restante quota è di acque marine o salmastre.
Valutazione dei rischi sugli impianti di distribuzione domestica
Le attuali normative vigenti, nello specifico il Decreto Legislativo 31/2001, recepimento della direttiva CE 98/83, prevede che il gestore, sia responsabile della qualità dell’acqua (delle nostre case) fino al punto di consegna all’utente, rappresentato dal contatore, attraverso un sistema di controllo di parametri microbiologici, chimico-fisici e indicatori, monitorato costantemente anche dalle autorità sanitarie locali.
Resta però non obbligatoria la valutazione dei rischi sugli impianti di distribuzione domestica e interna agli edifici, oggetto del manuale: “Le reti idriche interne degli edifici. Valutazione dei rischi” di Rossella Colagrossi e Giorgio Temporelli, in collaborazione con Anima Confindustria, AIA (Associazione Italiana Acqua di qualità) e WI (Watercoolers Italia).
Sostituzione della normativa in vigore
Infatti, entro il gennaio 2023 la normativa sopracitata sarà sostituita dal recepimento della nuova direttiva (la UE 2020/2184) che introduce novità sostanziali, dal punto di vista tecnico e politico-gestionale a favore della protezione della salute e dell’ambiente.
Tra questi i principali sono:
- dare concreta attuazione alla prima iniziativa popolare dei cittadini europei per l’accesso sicuro all’acqua potabile;
- nuovo approccio basato sull’analisi di rischio;
- tutelare la salute umana dagli effetti negativi derivanti dalla contaminazione delle acque destinate al consumo umano;
- aumentare e migliorare le informazioni dei cittadini sull’acqua del rubinetto diminuendo il ricorso al consumo di acqua confezionata.
Un approccio per evidenziare sostanze nocive sito specifiche
Quindi l’acqua fornita attraverso il sistema acquedottistico, anche in funzione dell’approccio basato sul rischio, presenta caratteristiche sanitarie tali da essere preferibile a moltissime acque imbottigliate. Infatti, questo approccio fa si che possano essere evidenziate sostanze nocive sito specifiche, applicando i valori limite di parametro fissati dall’OMS.
Lo scopo del manuale “Le reti idriche interne degli edifici. Valutazione dei rischi” è quello di gettare le basi per costruire la necessaria cultura tecnico-scientifica indispensabile per affrontare la valutazione dei rischi per la qualità dell’acqua destinata al consumo umano.
Informazioni generali per la valutazione dei rischi
Le Linee Guida del Ministero della salute sono indirizzate ai responsabili degli edifici prioritari seguendo le impostazioni dei Piani di Sicurezza dell’Acqua, che attualmente coinvolgono solo i gestori d’acquedotto. Nel manuale sono fornite informazioni di carattere generale, necessarie per intraprendere l’attività di valutazione dei rischi per la qualità dell’acqua destinata al consumo umano nelle reti idriche interne degli edifici.